L’Assemblea degli ordinari cattolici di terra santa (AOCTS) durante il suo incontro dell’11 e 12 marzo 2014 a Tiberiade ha deciso il logo ed il motto per il prossimo pellegrinaggio del papa in terra santa.
Perchè siano una cosa sola
Il motto del pellegrinaggio è “perché siano una cosa sola”. Il Santo Padre ha insistito che il centro del suo pellegrinaggio sarà l’incontro con il patriarca grecoortodosso Bartolomeo di Costantinapoli ed i responsabili delle Chiese di Gerusalemme. Questo per commemorare e rinnovare l’unità espressa da papa Paolo VI e il patriarca Atanagora di Costantinopoli 50 anni fa in Gerusalemme
È un modo di dare forma al desiderio espresso dal Signore durante l’ultima cena: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.” (Giovanni 17,20-23).
Anche il logo esprime questo desiderio di unità, esso ritrae infatti l’abbraccio fra san Pietro e sant’Andrea, i primi due discepoli chiamati da Gesù in Galilea. San Pietro il patrono della Chiesa che si trova a Roma, e San Andrea di quella che si trova a Costantinopoli. A Gerusalemme, la Chiesa madre, si abbracciano. I due apostoli si trovano su una stessa barca, che rappresenta la Chiesa. L’albero maestro di questa barca è la croce del Signore, mentre le vele della barca sono gonfiare dal vento, lo Spirito Santo che dirige la barca nella sua navigazione sulle acque di questo mondo.
L’unità dei cristiani è un messaggio di unità per tutta l’umanità. Una chiamata a superare tutte le divisioni del passato per procedure verso un future di giustizia, pace, riconciliazione perdono e amore fraterno.
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Giovedì 28 marzo 2014
Dal sito del Patriarcato latino di Gerusalemme prendo l'ultima notizia sul viaggio del Papa in Terra Santa. La notizia è data anche dal sito di Radio Vaticana. Ho visto nella documentazione fotografica allegata all'articolo del Patriarcato quanti fotografi erano presenti alla conferenza stampa del Patriraca Twal circondato dal suo Vicario generale Mons. Shomali e da altri vescovi. Ecco il testo della comunicazione
La dichiarazione del Patriarca Fouad Twal per la visita del Papa
GERUSALEMME – Il 27 marzo 2014 Sua Beatitudine il patriarca di Gerusalemme Fouad Twal ha tenuto una conferenza stampa al patriarcato latino di Gerusalemme per annunciare ufficialmente il pellegrinaggio di papa Francesco. Durante la conferenza stampa è stato reso pubblico l’itinerario che il santo padre compirà.
Cari amici,
Benvenuti al Patriarcato latino. Siamo onorati della vostra presenza qui mentre annunciamo ufficialmente la buona notizia del pellegrinaggio del santo padre, il papa Francesco che sarà fra noi dal 24 al 26 maggio 2014.
Il culmine di questo pellegrinaggio sarà l’avverarsi del suo desiderio la sera di domenica 25 maggio nella chiesa della Resurrezione. Il papa aveva annunciato lo scorso 6 gennaio: “A Dio piacendo compirò un pellegrinaggio in terra santa. Lo scopo principale della visita sarà la commemorazione dello storico incontro fra papa Paolo VI e il patriarca Atenagora, avvenuto esattamente 50 anni fa”. Aspettiamo con impazienza l’abbraccio fra il santo padre e il patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo, così come con i nostri fratelli gerosolomitani il patriarca greco ortodosso Teofilo e il patriarca armeno insieme ai responsabili di tutte le Chiese presenti a Gerusalemme. Siamo chiamati ad essere uno e la visita del papa ci ricorderà questa chiamata e rinnoverò lo spirito di unità ed amore fraterno. Il logo e lo slogan scelti per il pellegrinaggio mettono in luce proprio questo desiderio di unità. Lo slogan “che siano uno” ed il logo con l’abbraccio fra san Pietro e sant’Andrea, i patroni delle Chiese di Roma e Costantinopoli parlano in maniera chiara.
Il santo padre incontrerà ovviamente i fedeli di terra santa, in particolare durante le celebrazioni eucaristiche ad Amman e Betlemme. A Gerusalemme, nel luogo dove si ricorda l’ultima cena, sarà celebrata una messa per gli ordinari cattolici di terra santa. La visita sarà anche un’occasione per il papa di incontrare i diversi gruppi di fedeli: diversamente abili, rifugiati, religiose e religiosi, seminaristi e sacerdoti
Papa Francesco non mancherà di incontrar i nostri fratelli ebrei e musulmani, visitando sia il muro occidentale che Haram al-Sharif. Il dialogo con in nostri fratelli ebrei e musulmani ci aiuta a riconoscerci sempre meglio come figli di Dio e a lavorare insieme per portare giustizia, pace, perdono e riconciliazione in questa terra che soffre.
Il santo padre visiterà 3 realtà politiche: Giordania, Palestina ed Israele. In ogni luogo avrà modo di incontrarsi con i capi di stato incoraggiandoli a governare in maniera giusta per il bene di tutti i cittadini. Come capo di stato il santo padre dovrà attenersi ad ogni richiesta del protocollo dei diversi stati. Incontrerà i capi di stato, ma cercherà di raggiungere tutti in particolare le persone ferite e sofferenti.
La nostra speranza è che il papa ci possa ispirare a ricercare un’unità maggiore, che ci renda più coraggiosi nel superare le barriere di inimicizia. Più di tutto speriamo che ci ispiri ad una maggiore solidarietà nei confronti dei poveri ed emarginati. Siamo sicuri che rafforzerà la nostra gioia e la nostra speranza. “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”.
Fonte: il sito dedicato alla visita del Papa.
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Giovedì 28 marzo
E' stato reso noto anche nei particolari il programma del viaggio del Papa in Terra Santa. Si potrà seguire da vicino dunque l'evento che ha interessato in particolare le comunità
dei paesi che il Santo Padre visiterà. Se leggiamo attentamente gli appuntamenti di quei giorni possiamo renderci conto delle reali intenzioni che hanno mosso Papa Francesco a farsi pellegrino nella Terra del Signore. Sono tre giorni intensi. Lo accompagneremo
con la nostra preghiera e il nostro affetto. Su questo sito mi riprometto di annotare per quanto è possibile tutto quanto farà e dirà questo Uomo di Dio.
Programma del pellegrinaggio di papa Francesco in terra santa
COMUNICATO – Il programma del pellegrinaggio di papa Francesco in Giordania, Israele e Palestina dal 24 al 26 maggio è stato reso pubblico.
PELLEGRINAGGIO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN TERRA SANTA IN OCCASIONE DEL
50°
ANNIVERSARIO DELL’INCONTRO A GERUSALEMME
TRA PAPA PAOLO VI E IL PATRIARCA ATENAGORA
(24-26 MAGGIO 2014) – PROGRAMMA, 27.03.2014
Sabato 24 maggio 2014
08:15 Partenza in aereo dall’Aeroporto di Roma Fiumicino per Amman.
13:00 Arrivo all’Aeroporto Internazionale Queen Alia di Amman.
13:45 CERIMONIA DI BENVENUTO nel Palazzo Reale Al-Husseini
ad Amman.
VISITA DI CORTESIA ALLE LL.MM. IL RE E LA REGINA DI GIORDANIA.
14:20 INCONTRO CON LE AUTORITÀ DEL REGNO DI GIORDANIA. Discorso del Santo
Padre.
16:00 SANTA MESSA all’International Stadium ad Amman. Omelia del Santo Padre.
19:00 Visita al Sito del Battesimo a Bethany beyond
the Jordan.
19:15 INCONTRO CON I RIFUGIATI E CON GIOVANI DISABILI nella chiesa latina a Bethany beyond the Jordan. Discorso del Santo Padre.
Domenica 25 maggio 2014
08:15 CONGEDO DALLA GIORDANIA all’Aeroporto Internazionale Queen
Alia di Amman.
08:30 Partenza in elicottero dall’Aeroporto Internazionale Queen Alia di Amman per Bethlehem.
09:20 Arrivo all’Eliporto di Bethlehem.
09:30 CERIMONIA DI BENVENUTO nel Palazzo Presidenziale a Bethlehem.
VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLO STATO DI PALESTINA.
10:00 INCONTRO CON LE AUTORITÀ PALESTINESI. Discorso del Santo Padre.
11:00
SANTA MESSA nella Piazza della Mangiatoia a Bethlehem. Omelia del Santo Padre.
PREGHIERA DEL REGINA COELI. Allocuzione del Santo Padre.
13:30 Pranzo con famiglie
della Palestina al Convento francescano di Casa Nova a Bethlehem.
15:00 VISITA PRIVATA ALLA GROTTA DELLA NATIVITÀ A BETHLEHEM.
15:20 SALUTO
AI BAMBINI DEI CAMPI PROFUGHI DI DHEISHEH, AIDA E BEIT JIBRIN nel Phoenix Center del Campo profughi di Dheisheh.
15:45 CONGEDO DALLO STATO DI PALESTINA all’Eliporto di Bethlehem.
16:00 Partenza in elicottero dall’Eliporto di Bethlehem per l’Aeroporto Internazionale Ben Gurion a Tel Aviv.
16:30 CERIMONIA DI BENVENUTO nell’Aeroporto
Internazionale Ben Gurion a Tel Aviv. Discorso del Santo Padre.
17:15 Trasferimento in elicottero a Jerusalem.
17:45 Arrivo all’Eliporto
di Jerusalem sul Monte Scopus.
18:15 Incontro privato con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli nella Delegazione Apostolica a Jerusalem. Firma di una dichiarazione congiunta.
19:00 INCONTRO ECUMENICO in occasione del 50° anniversario dell’incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora nella Basilica del Santo Sepolcro. Discorso del Santo Padre.
20:15 Cena con Patriarchi e Vescovi, e con il Seguito Papale al Patriarcato Latino a Jerusalem.
Lunedì 26 maggio 2014
08:15 VISITA AL GRAN MUFTI DI JERUSALEM nell’edificio del Gran Consiglio sulla Spianata delle Moschee. Discorso del Santo Padre.
09:10 VISITA AL MURO OCCIDENTALE a Jerusalem.
09:45 Deposizione di fiori
al Monte Herzl a Jerusalem.
10:00 VISITA AL MEMORIALE DI YAD VASHEM a Jerusalem. Discorso del Santo Padre.
10:45 VISITA DI CORTESIA AI DUE GRAN
RABBINI DI ISRAELE nel Centro Heichal Shlomo, nei pressi della Jerusalem Great Synagogue. Discorso del Santo Padre.
11:45 VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLO STATO DI ISRAELE nel Palazzo Presidenziale
a Jerusalem. Discorso del Santo Padre.
13:00 UDIENZA PRIVATA AL PRIMO MINISTRO DI ISRAELE nel Notre Dame Jerusalem Center.
13:30 Pranzo con il
Seguito Papale nel Notre Dame Jerusalem Center a Jerusalem.
15:30 Visita privata al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli nell’edificio antistante la chiesa ortodossa di Viri Galileai sul Monte degli Ulivi.
16:00 INCONTRO CON SACERDOTI, RELIGIOSI, RELIGIOSE E SEMINARISTI nella chiesa del Getsemani accanto all’Orto degli
Ulivi. Discorso del Santo Padre.
17:20 SANTA MESSA CON GLI ORDINARI DI TERRA SANTA E CON IL SEGUITO PAPALE nella sala del Cenacolo a Jerusalem. Omelia del Santo Padre.
19:30 Trasferimento in elicottero dall’Eliporto del Monte Scopus a Jerusalem all’Aeroporto Internazionale Ben Gurion a Tel Aviv.
20:00 CONGEDO DALLO STATO DI ISRAELE all’Aeroporto
Internazionale Ben Gurion a Tel Aviv.
20:15 Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale Ben Gurion a Tel Aviv per l’aeroporto di Roma Ciampino.
23:00
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aprile 2014
Ho appena scritto una lettera personale a Sua Beatitudine Mons. Twal Fouad patriarca della Chiesa latina in Gerusalemme dove mi sono permesso di sottolineare l'impegno che la prossima visita del Papa richiederà alla Chiesa che sta nella città santa e in particolare alla responsabilità pastorale del suo Patriarca. Oggi sul sito del Patriarcato (ripreso da Radio Vaticana) appare la notizia di un incontro importante in vista dei giorni del pellegrinaggio papale. La riposto perchè ci si renda conto di quanto lavoro l'evento comporti a chi ha la responsabilità dell'organizzazione di quei giorni.
Visita del Ministro palestinese per il turismo e dell’Ambasciatore palestinese presso la Santa Sede
GERUSALEMME – Venerdì 28 marzo 2014, Roula Ma’ayah, Ministro palestinese per il Turismo, accompagnata dall’Ambasciatore palestinese presso la Santa Sede, Issa Kassissiyeh, si è recata presso il Patriarcato latino di Gerusalemme, in visita a Sua Beatitudine, il patriarca Fouad Twal.
Durante l’incontro, che si è svolto in un’atmosfera cordiale, il Ministro del Turismo ha espresso la sua gioia nel dare il benvenuto a Sua Santità, papa Francesco. L’imminente visita del Papa è oggetto d’importanti attese, perché si auspica che porti effetti positivi a diversi livelli. Il turismo è la principale fonte economica del paese e la visita del Papa ne incrementerà il flusso.
Tuttavia non si è data importanza solo all’aspetto economico, dato che la visita del Papa rappresenta il pellegrinaggio spirituale di un uomo di preghiera. Il Ministero del Turismo è infatti consapevole dell’impatto spirituale che tale visita avrà sui fedeli locali e sui numerosi pellegrini.
La signora Roula Ma’ayah ha anche ricordato l’importanza di proseguire nell’azione congiunta tra il Ministero del turismo e la Chiesa locale per assicurare, ai pellegrini che giungono dai quattro angoli del mondo, un’ottimale qualità di accoglienza presso i santuari in Palestina. L’obiettivo è principalmente quello di aiutarli a vivere un’esperienza spirituale sui luoghi della loro Fede.
Il Patriarca ha anche espresso il Suo riconoscimento al Ministro palestinese per tale impegno, rilevando la stretta collaborazione tra il Ministero e la Chiesa. Nello stesso tempo Sua Beatitudine ha rivolto le più vive congratulazioni all’ambasciatore palestinese presso la Santa Sede, Issa Kassissiyeh, per il suo nuovo incarico.
Alla fine della riunione, Sua Beatitudine ha invitato gli ospiti ad un pranzo in compagnia dei vescovi e del clero presenti in Patriarcato.
Firas Abedrabbo
Che cosa i cristiani palestinesi si aspettano dalla visita del Papa
GERUSALEMME – La visita di papa Francesco in Terra Santa si avvicina e la Chiesa locale si prepara con più fervore ad accogliere il pastore della Chiesa universale che, dopo la sua elezione, si fa cura di diffondere il messaggio evangelico con slancio rinnovato. Da parte nostra, abbiamo ritenuto opportuno riportare le attese dei cristiani palestinesi: di sacerdoti, religiosi e laici.
Dal 1964, dalla visita di papa Paolo VI in Terra Santa, sono passati cinquant’anni. Da allora le visite papali sono diventate una tradizione. Nel 2000 il neo santo, papa Giovanni Paolo II, il papa della Speranza, ha visitato questa terra; papa Benedetto XVI, il papa della Fede, è venuto nel 2008. Ora, fra tre settimane papa Francesco, il papa della Misericordia, arriverà. Dalla speranza alla fede e ora alla misericordia, i successori di san Pietro ci invitano a percorrere il sentiero che il Vangelo ci propone, un cammino di libertà di cui i cristiani palestinesi hanno disperato bisogno!
Un pellegrinaggio spirituale e una conferma dei cristiani nella fede
Suor Virginie Habib, suora del Rosario e direttrice del Centro diocesano per la Catechesi, nutre grandi speranze per questa visita. «Spero che questa visita verrà a rinnovare spiritualmente i fedeli in Terra Santa nella loro fede. Mi auguro che la presenza tra noi del Santo Padre possa aiutare il nostro popolo cristiano ad essere più vicino alla sua Chiesa, e a penetrare la sua fede, nella sua terra. Osservo anche con emozione la benevolenza che il Papa, capo della Chiesa universale, mostra verso la nostra Chiesa locale».
A Gerusalemme, molti sono i cristiani che hanno vissuto da vicino i pellegrinaggi di papa Paolo VI nel 1964, la visita di san Giovanni Paolo II e del papa emerito Benedetto XVI. Ora attendono con fervore la visita di papa Francesco. Tra questi, Emmanuel Helou, ormai in pensione, da giovane aveva seguito da vicino il pellegrinaggio di Paolo VI. Lui ci racconta: «Da gerosolimitano, mi sento orgoglioso di dire che ho visto la visita in Terra Santa di tre papi e che vivrò presto quella di un quarto! Per quanto riguarda la visita di Paolo VI, essa s’inseriva in un periodo di condizioni geopolitiche in Terra Santa molto diverse da quelle che conosciamo oggi. Ma ricordo ancora l’emozione unica che quella visita ha lasciato in me e nei cuori dei cristiani in quell’epoca. È stata la prima visita di un Papa in Terra Santa! E forse per questo fu un vero evento storico. Provai anche una forte commozione nel vedere Paolo VI a due metri da me, molto stanco per il tragitto della Via Dolorosa, circondato da un numero incredibile di persone che volevano salutarlo!». Commentando l’imminente visita di papa Francesco, Emmanuel continua: «Questa visita sarà molto breve! Tuttavia conto di tutto cuore sugli effetti che produrrà, nonostante le difficili situazioni che affliggono il nostro paese, e nonostante i grandi problemi che la Chiesa deve affrontare. Spero ancora che questa visita darà al popolo di questa terra una lezione di umiltà, di amore e di misericordia di cui papa Francesco è un esempio vivente!».
Una tradizione ininterrotta
Da parte sua, padre Rafiq ha osservato che le visite papali in Terra Santa sono diventate una tradizione fondamentale a partire da Paolo VI. Padre Rafiq seguì da vicino la visita del Papa del Concilio Vaticano II. All’epoca, era ancora un seminarista negli ultimi anni della sua formazione sacerdotale a Beit Jala. Egli dice: «Cinquanta anni sono passati dalla visita di papa Paolo VI in Terra Santa, la prima visita di un successore di san Pietro dalla fondazione della Chiesa! Essa è stata davvero molto importante, soprattutto dal punto di vista ecumenico: è stato inaugurato un grande dinamismo ecumenico di cui oggi vediamo ancora i frutti. La visita di papa Francesco vorrà anche commemorare il 50° anniversario di uno storico incontro ecumenico». Confermando la popolarità di papa Francesco, tra i cristiani in Terra Santa, padre Rafiq continua: «Devo dire che la strada è pronta per la visita di papa Francesco, perché la sua popolarità l’ha notevolmente preceduto. Infatti, la gente comune ha potuto costatare che questo Papa ha stabilito delle nuove regole nel modo della Chiesa di rapportarsi con il mondo e le situazioni. Tutto attraverso gesti semplici che hanno la forza di attirare a lui il mondo».
Sì, infatti papa Francesco è riuscito ad aiutare molte persone, che si erano allontanate dalla Chiesa, a riconciliarsi con Dio e riscoprire la fede cristiana. Ma ha anche aiutato molti che non hanno mai lasciato la Chiesa, a rimanere saldi e ad approfondire una fede viva. È quello che condivide con noi Khader Habash, avvocato del tribunale ecclesiastico, spiegando la sua esperienza personale con papa Francesco: «Dalla sua prima apparizione sul balcone del Vaticano, ho sentito che sarebbe stato diverso. E mi sono chiesto: “Ma che cosa farà per il mondo, questo papa?!”. Quello che più mi colpì quel giorno fu la sua richiesta al popolo di pregare per lui. Ora, ogni giorno ricevo da lui nuove sorprese. Per me, lui viene semplicemente a ridisegnare l’icona di Cristo nei nostri cuori!».
Il sogno dell’unità delle Chiese e la pace in Terra Santa
L’ecumenismo costituisce il cuore di questa visita, ma in Terra Santa la dimensione politica non è mai troppo disgiunta: si tratta del conflitto israelo-arabo palestinese e dell’ingiustizia palese cui sottostanno i cristiani e i musulmani palestinesi. A questo proposito, padre Rafiq dice: «Tutto quello che speriamo è che questa visita doni nuovo slancio al dialogo ecumenico in Terra Santa. E che il Papa anche inviti in modo chiaro, fermo e forte a favore di una pace, giusta e sostenibile in Terra Santa. E soprattutto in questo momento in cui i negoziati di pace hanno avuto una battuta d’arresto perché non erano sulla giusta via e non potevano condurre a niente». Questa è anche la speranza che anima il cuore di Khader, che insiste: «Noi ci aspettiamo dal Papa avanzamenti concreti nel dialogo ecumenico, ma anche semplicemente una parola di verità per il processo di pace in Terra Santa».
Firas Abedrabbo
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Sabato 17 maggio 214
Mi sento in comunione con la Chiesa madre di Gerusalemme. Insieme alle altre chiese cristiane sta vivendo un tempo di preparazione spirituale alla visita del Santo Padre nella memoria dello storico incontro di Paolo VI con il Patriarca Atenagora. Si sa che è un pellegrinaggio di memoria quello di Papa Francesco, un 'mettersi in cammino' per incontrarsi con la realtà della divisione dei cristiani, richiamando nell'oggi quanto è stato vissuto per grazia di Dio 50 anni fa, la comunione tra un patriarca ortodosso e il pontefice romano. E' un evento ecumenico,un momento di una lunga e faticosa storia alla ricerca di una perduta unità. Vivo anch'io questo 'fatto ecclesiale' sentendo la voce del Signore che ha chiesto ai suoi discepoli di essere una 'sola cosa' in Lui, un solo ovile, di riconoscere un solo pastore. L'ecumenismo un desiderio di cuori cristiani che soffrono per lo sporco secolare dell'unica Chiesa di Cristo, a motivo della divisione dei cristiani
Mi sono chiesto tante volte come fare per sapere ciò che si sono detto i due patriarchi nel loro primo incontro, 'dentro' un abbraccio desiderato e atteso. Ho scoperto che per puro caso quell'incointro è stato registrato e venne pubblicato. Ora viene ripreso e sarà pubblicato dall'Osservartore romano. Su Vaticaninsider ho trovato una piccola cronaca dell'episodio. Lo riporto perchè ci permette di capire qualcosa di più di questo cammino verso l'unità in atto e che Papa Francesco, facendone memoria con questo pellegrinaggio richiama ai cristiani per la loro quotidiana preghiera per l'unità della Chiesa.
Paolo VI e Atenagora fuorionda
Il primo colloquio tra Montini e il Patriarca di Costantinopoli era stato pubblicato da Ange e poi da Pizzuto. L’Osservatore Romano lo ripropone per i 50 anni
Domenico Agasso jr
Torino
È tutto merito di un disguido. Avrebbe dovuto rimanere riservato, segreto, e invece venne ripreso e registrato, e dunque immortalato, dai microfoni della Rai che non furono spenti per un imprevisto. È il fuorionda del primo colloquio tra papa Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora, avvenuto alle 21,30 del 5 gennaio 1964 nella Delegazione apostolica di Gerusalemme durante il pellegrinaggio di Giovanni Battista Montini in Terra Santa (4-6 gennaio 1964). Il dialogo è stato pubblicato da Daniel Ange (“Paul VI, un regard prophétique”, 1979) e riproposto recentemente da Alfredo Pizzuto (“Paolo VI in Terra Santa”, 2012), e L’Osservatore Romano lo riporta nell’edizione di domani, 4 gennaio, a cinquant’anni esatti dalla partenza del Pontefice da Roma per la Terra Santa.
«Le esprimo tutta la mia gioia, tutta la mia emozione. Veramente penso che questo è un momento che viviamo in presenza di Dio», sono le prime parole del Papa al Patriarca in questo colloquio. E Atenagora gli risponde: «In presenza di Dio. Lo ripeto in presenza di Dio». Il Patriarca rivela al Pontefice di essere «profondamente commosso, Santità. Mi vengono le lacrime agli occhi». E allora il Vescovo di Roma gli dice: «Siccome questo è un vero momento di Dio, dobbiamo viverlo con tutta l’intensità, tutta la rettitudine e tutto il desiderio…», «di andare avanti» interviene Atenagora, e Paolo Vi aggiunge «di fare avanzare le vie di Dio».
E poi Atenagora dice: «Abbiamo lo stesso desiderio. Quando appresi dai giornali che Lei aveva deciso di visitare questo Paese, mi venne immediatamente l’idea di esprimere il desiderio d’incontrarLa qui ed ero sicuro che avrei avuto la risposta di Vostra Santità positiva, perché ho fiducia in Vostra Santità. Io vedo Lei, La vedo, senza adularLa, negli Atti degli Apostoli. La vedo nelle lettere di san Paolo di cui porta il nome».
Paolo VI: «Le parlo da fratello: sappia ch’io ho la stessa fiducia in Lei. La Provvidenza ci ha scelto per intenderci. Sono così ricolmo di impressioni che avrò bisogno di molto tempo per far emergere ed interpretare tutta la ricchezza di emozioni che ho nell’animo. Voglio, tuttavia, approfittare di questo momento per assicurarla dell’assoluta lealtà con la quale tratterò sempre con Lei». «La stessa cosa da parte mia», assicura Atenagora.
Paolo VI: «Non ho alcuna intenzione di deluderla, di approfittare della sua buona volontà. Altro non desidero che percorrere il cammino di Dio». Atenagora: «Ho in vostra Santità una fiducia assoluta. Sarò sempre al suo fianco». Paolo VI gli promette: «Che vostra Santità sappia, fin da questo momento, ch’io non cesserò mai di pregare, tutti i giorni, per Vostra Santità e per le comuni intenzioni che abbiamo per il bene della Chiesa». Atenagora allora sottolinea: «Ci è stato fatto il dono di questo grande momento; noi perciò resteremo insieme. Cammineremo insieme. Che Dio... Vostra Santità, Vostra Santità inviato da Dio... il Papa dal grande cuore. Sa come la chiamo? “O megalòcardos”, il Papa dal grande cuore!». Ma Paolo VI gli dice: «Siamo solo degli umili strumenti. Più siamo piccoli e più siamo strumenti; questo significa che deve prevalere l’azione di Dio, che deve prevalere la norma di tutte le nostre azioni. Da parte mia rimango docile e desidero essere il più obbediente possibile alla volontà di Dio e di essere il più comprensivo possibile verso di Lei, Santità, verso i suoi fratelli e verso il suo ambiente».
«So che questo è difficile; so che ci sono delle suscettibilità, una mentalità – continua il Pontefice - che c’è una psicologia - «da tutte e due le parti», ammette Atenagora - Ma so anche – prosegue Montini - che c’è una grande rettitudine e il desiderio di amare Dio, di servire la causa di Gesù Cristo. È su questo che ripongo la mia fiducia». E anche il Patriarca su questo ripone «la mia fiducia. Insieme, insieme».
Poi Paolo VI entra nel merito delle questioni: «Io non so se questo è il momento. Ma vedo quello che si dovrebbe fare, cioè studiare insieme o delegare qualcuno che...», «da tutte e due le parti», aggiunge Atenagora.
E il Papa vorrebbe «sapere qual è il pensiero di Vostra Santità, della Vostra Chiesa, circa la costituzione della Chiesa. È il primo passo...». Atenagora risponde: «Seguiremo le sue opinioni».
«Si discuterà – prevede il Papa – cercheremo di trovare la verità». Atenagora: «La stessa cosa da parte nostra e io sono sicuro che noi saremo sempre insieme».
Paolo VI: «Spero che questo sarà probabilmente più facile di quanto pensiamo». Atenagora: «Faremo tutto il possibile».
Paolo VI continua: «Ci sono due o tre punti dottrinali sui quali c’è stata, da parte nostra, un’evoluzione, dovuta all’avanzamento degli studi. Esporremo il perché di questa evoluzione e lo sottoporremo alla considerazione Sua e dei vostri teologi. Non vogliamo inserire nulla di artificiale, di accidentale in quello che riteniamo essere il pensiero autentico. Un’altra cosa che potrebbe sembrare secondaria, ma che ha invece la sua importanza: per tutto ciò che concerne la disciplina, gli onori, le prerogative, sono talmente disposto ad ascoltare quello che Vostra Santità crede sia meglio». Atenagora garantisce: «La stessa cosa da parte mia».
In conclusione, il Papa mette in evidenza: «Nessuna questione di prestigio, di primato, che non sia quello... stabilito da Cristo. Ma assolutamente nulla che tratti di onori, di privilegi. Vediamo quello che Cristo ci chiede e ciascuno prende la sua posizione; ma senza alcuna umana ambizione di prevalere, d’aver gloria, vantaggi. Ma di servire».
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